Il miracolo, Nelle tenebre - STAUROPOLIS

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D'altraParte

non lungi dall'antichissimo albero

Ho parlato poco fa del Miracolo e ho detto che Dio lo tiene in serbo per colui ch’Egli deve inviare nel mondo.
So bene che è una parola priva affatto di senso, una parola che non significa assolutamente nulla, oggi. Tuttavia non dispongo di altre.
Dio è o non è.
Se si ammette la sua esistenza, bisogna necessariamente ammetterla come effettiva, supporre una continuità infinita nella Creazione, che implichi l’assoluta onnipotenza divina nel noto e nell’ignoto, nel visibile e nell’invisibile. Se l’Atto creatore s’interrompesse, nell’attimo stesso il granito più saldo e i metalli tutti cadrebbero in polvere e la polvere stessa non sussisterebbe. Non esisterebbe più nulla. La natura intera svanirebbe nell’inintellegibile niente. Chi non ammette questo postulato è irrimediabilmente un ateo o un imbecille, due equivalenti, del resto, dal punto di vista estetico. Ma questo è un accessorio del tutto secondario.
Il miracolo non chiede né spiegazioni né giustificazioni.
E’ la volontà di Dio e basta.
A Lui piace contraddire un’apparenza, fare che un defunto riviva o che un infermo subitamente risani. Per Lui non è uno sforzo, come non è un’occasione di stupore per coloro che Lo conoscono. E’ come se un ricco accumulasse denaro per distribuirlo ai poveri.
Dio è talmente il padrone di tutto, che i concetti umani di proprietà, o di possesso, quando si pensa a Lui, non sembrano altro che il rovesciamento d’un’immagine imprecisa in uno specchio opaco. La Signoria divina non può essere assolutamente giudicata concepita conosciuta, e nulla può fornirne l’idea.
Se si abusa della parola fino al punto di dire che un potentissimo personaggio può fare tutto quello che vuole, tosto interviene il senso del ridicolo, arrecando l’infrangibile cerchio del Limite; ma se con ragionevolezza e umiltà si dice la medesima cosa di Dio, non v’è creatura né umana né angelica che la possa comprendere.
L’intelligenza più elevata è assolutamente impotente a penetrare l’Infinito.
Poche parole sono usate quanto quella di eternità. Ma dove trovare l’ingegno straordinario che imprenda una spiegazione qualsiasi di questo luogo comune? Quel che non ha né principio né fine! In virtù della fede, ed anche con la ragione sappiamo che ciò esiste. Giungiamo fino a sapere che solo ciò esiste realmente. Ma qui è tutto. Di là, è il muro di bronzo a cui s’infrange ogni forza d’intelletto.
Di là, è il dominio di Dio, il giardino del Miracolo, l’aiuola della Mistica Rosa.
I molto piccoli ed i molto umili possono talvolta scorgerne da infinita distanza le alte foreste. Eccessiva condiscendenza del Signore e privilegio raro tra i più rari. Quelli non capiscono più di qualunque altro. Solamente, viene ripartito tra di loro il dono dei miracoli, come un profumo rivelatore, come un atomo della polvere di fiori sconosciuti.
Colui che bisogna attendere, lo Straniero che, solo, potrà porre fine all’incommensurabile Tribolazione sarà certamente un uomo di eternità, nel senso che avrà il permesso di attingere al Vivaio del formidabile Giardino, non lungi dall’antichissimo Albero della Scienza, esattamente nel luogo dove cadeva il Sangue della mano destra di Gesù, dopo che Egli fu inchiodato alla Croce, il viso rivolto all’Occidente.
Che cosa farà questo personaggio terribile, che Dio avrà investito della sua potestà? Lo ignoriamo, esattamente come ignoriamo la legge delle nebulose. Tutto quel che si può dire è che il miracolo gli comparirà davanti come gli uccellini dinanzi al Patriarca d’Assisi, al quale le creature animate e inanimate obbedivano ad nutum, con esattezza mirabile.
Ho pensato spesso che lo sterminio della razza votata al demonio è un’esigenza divina, un preliminare (vi saranno in seguito altri conti da regolare) dell’inventario del mondo. Ma è possibile lo sterminio di ottanta milioni di uomini? Sicuramente basterebbe un piccolissimo soffio, e sarebbe un miracolo più piccolo della conversione di un solo miscredente. Il cannone più enorme, con la sua bruttezza e pesantezza, è meno formidabile dell’insetto mandato da Dio. A questo bastano poche ore per trasformare una bestia gigantesca in un mucchio d’ossa.
Tale potrebbe essere il destino dell’orgoglioso bruto tedesco.

Leon Bloy, Nelle tenebre, Il miracolo

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